LA  POSSESSIONE  DIABOLICA





 

Riflessione teologica e storica del Comitato 

  

             Il Comitato ritiene doveroso, nello spirito dell’anno della fede, dedicare un incontro alla meditazione su alcuni blocchi tematici di particolare significato per la vita di Mariantonia Samà ed anche di elevato interesse teologico e culturale : il peccato ed il male nel mondo, l’azione del demonio sull’uomo, gli esorcismi di Gesù Cristo e della Chiesa e, più in dettaglio, la possessione diabolica della Monachella di San Bruno.

                 Il percorso di riflessione teologica sui sacri testi, facilitato dalla guida sapiente ed  illuminata di Don Franco Palaia, Attore della Causa di Beatificazione, e di Don Alberto Vitale, vice postulatore, procede secondo le esortazioni delle Imitazioni di Cristo (libro I cap. 5), umiliter simpliciter et fideliter ed  è occasione di crescita spirituale per ogni componente del Comitato.

               La Genesi, il primo dei libri sacri dell’Antico Testamento, tratta delle origini del mondo e del genere umano; da essa apprendiamo che Dio in sei giorni  ha organizzato il creato : la terra, le acque, gli alberi, le stelle, i pesci e gli uccelli e vide che ciò era buono (“ vidit deus quod esset  bonum” Gen 1,10 – 12,18 – 21,25).

Infine Dio disse.” Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sopra i pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sugli animali domestici, su tutte le fiere della terra e sopra tutti i rettili che strisciano sopra la sua superficie”. ( Gen. 1.26)

               Se dunque il mondo è stato creato buono come è intervenuto il demonio in esso?

               L’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, l’ultimo libro del Nuovo Testamento, dà la risposta:“ Allora avvenne una guerra nel cielo. Michele ed i suoi Angeli combattevano contro il dragone. Il dragone ed i suoi angeli ingaggiarono battaglia, ma non poterono prevalere e nel cielo non vi fu più posto per loro. E il gran dragone fu precipitato, l’antico serpente che si chiamava diavolo e Satana, il seduttore del mondo intero; fu precipitato sulla terra, ed i suoi angeli furono precipitati con lui. E udii una grande voce nel cielo, che diceva: “ Ecco venuta finalmente la salvezza, la potenza, il regno del nostro Dio e la sovranità del suo Cristo; perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte li accusava davanti al nostro Dio. Or, essi l’hanno vinto in virtù del sangue dell’Agnello e con la parola della loro testimonianza, ed hanno disprezzato la loro vita fino al punto di accettare la morte. Per questo rallegratevi, o cieli, e voi che in essi abitate. Ma guai alla terra ed al mare, perché il diavolo è sceso a voi con ira grande, sapendo di aver poco tempo.”  ( Ap. 12,7-12)

               San Tommaso D’Aquino ed i Padri della Chiesa affermano che, agli inizi dei tempi,  Dio  provò la fedeltà degli angeli, che aveva creato buoni, chiedendo loro un atto di umiltà : l’adorazione della Seconda Persona della Santissima Trinità ,il Figlio fatto uomo per salvare il mondo.                   
          Lucifero, superiore agli uomini per sua natura, si inorgoglì a tal punto da rifiutare obbedienza : “Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono,dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione.Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo( Is. 14.13-14)”.

               In seguito alla battaglia tra gli angeli fedeli e gli angeli ribelli, appartenenti alle diverse gerarchie, Lucifero ed i suoi seguaci furono   scacciati dal cielo:  Dio infatti non perdonò gli angeli che peccarono, ma dopo averli precipitati nell’inferno, li confinò negli abissi tenebrosi, dove li riserva per il giudizio.” (2 Pt 2,4)

             Il peccato e la morte entrano nel mondo con la disubbidienza degli angeli ribelli, anzi il demonio diviene principe del mondo “ totus mundus positus est in maligno ….princeps huius   mundi….”( I Giov 5,19).

             Gesù, divenuto uomo per salvare il mondo dal peccato, si sottopone tre volte nel deserto alla tentazione   di Satana per insegnarci come difendere la nostra anima. Numerosi , poi, sono gli episodi di lotta di Gesù contro i demòni riportati dai vangeli:

  • Gesù guarisce un indemoniato nella sinagoga (Mc 1,21-28) (Lc 4,31-37)
  • L'indemoniato geraseno (Mc 5,1-20) (Mt 8,28-34) (Lc 8,26-39)
  • Gesù esorcizza la figlia di una donna siro-fenicia (Mc 7,24-30) (Mt 15,21-28)
  • Gesù guarisce un epilettico indemoniato (Mc 9,14-29) (Mt 17,14-21) (Lc 9,37-43)
  • Gesù guarisce un muto indemoniato (Mt 9,32-34)
  • Gesù libera un indemoniato cieco e muto (Mt 12,22-32) (Lc Il,14-22)
  • Gesù guarisce una donna curva indemoniata (Lc 13,10-17)
  • Notizie sommarie di esorcismi compiuti da Gesù
    durante la sua predicazione (Mc 1,32-34; 1,39; 3,11) ; (Mt 4,24; 8,16) (Lc 4,41; 6,18)

  

 

   1. Gesù insegna a Cafarnao e guarisce un indemoniato

 

21 Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 22 Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. 23 Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 24 "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! lo so chi tu sei: il santo di Dio". 25 E Gesù lo sgridò: "Taci! Esci da quell'uomo". 26 E lo spirito immondo,straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27 Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda per-sino agli spiriti immondi e gli obbediscono! ". 28 La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. (Marco 1,21ss)

 

2. Gesù libera l'indemoniato geraseno



      Poi arrivarono sull'altra riva del lago di Galilea, nella regione dei Geraseni. Gesù era appena sceso dalla barca, quando improvvisamente un uomo uscì da un cimitero e gli venne incontro. Costui era tormentato da uno spirito maligno e stava sempre in mezzo alle tombe dei morti. Nessuno riusciva più a tenerlo legato, neppure con una catena: di fatto,avevano provato diverse volte a mettergli dei ferri ai piedi e delle catene alle mani, ma egli aveva sempre spezzato i ferri e rotto le catene. Nessuno era capace di domarlo. Se ne andava di qua e di là, in mezzo alle tombe e sui monti, di giorno e di notte, urlando e picchiandosi con le pietre.

     Quando vide Gesù da lontano, si avvicinò di corsa e si buttò in ginocchio davanti a lui. Allora Gesù cominciò a dire allo spirito maligno di uscire da quell'uomo; ma quello si mise a gridare forte: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Onnipotente? Ti scongiuro, per Dio, non tormentarmi!" Allora Gesù domandò: "Come ti chiami?" E quello rispose: "11 mio nome è moltitudine, perché siamo in molti"; e continuava poi a chiedergli di non cacciarli fuori da quella regione.

       In quel luogo c'era un grosso branco di maiali che pascolava vicino alla montagna. Allora gli spiriti maligni chiesero con insistenza a Gesù: "Mandaci in quei maiali! Lascia che entriamo dentro di loro!" Gesù lo permise. Gli spiriti maligni uscirono da quell'uomo ed entrarono nei maiali. Allora tutti quegli animali, erano circa duemila, si misero a correre giù per la discesa, si precipitarono nel lago e affogarono. I guardiani dei maiali fuggirono e andarono a raccontare il fatto in città e in campagna. Perciò la gente venne a vedere che cosa era accaduto. Quando arrivarono vicino a Gesù, videro anche l'uomo nel quale, prima, c'erano molti spiriti maligni: ora egli se ne stava seduto, era vestito e ragionava bene. Ed essi si spaventarono. Quelli che avevano visto il fatto raccontarono ancora agli altri ciò che era successo all'indemoniato e poi ai maiali. Infine la gente supplicò Gesù di andarsene via dal loro territorio. Gesù salì sulla barca. L'uomo guarito continuava a chiedergli di poter stare con lui, ma Gesù non voleva. "Torna a casa tua - gli disse - dalla tua famiglia, e racconta agli altri quanto ha fatto per te il Signore che ha avuto pietà di te".

       L'uomo allora se ne andò via e cominciò ad annunziare in tutta la regione delle Dieci Città quel che Gesù aveva fatto per lui; e tutti quelli che lo ascoltavano erano pieni di meraviglia.
(Marco 5,1-20)

 

 

3. Gesù guarisce un epilettico indemoniato.

 

     Intanto arrivarono là dove si trovavano gli altri discepoli e li videro circondati da molta gente mentre i maestri della legge stavano discutendo con loro. Quando la gente vide Gesù, piena di meraviglia corse incontro per salutarlo. Gesù domandò ai discepoli: “ Di cosa state discutendo?” Un uomo in mezzo alla gente disse:“Maestro, ti ho portato mio figlio perché è tormentato da uno spirito maligno che non lo lascia parlare. Quando lo prende, dovunque si trovi, lo gatta a terra, e allora il ragazzo comincia a stringere i denti, gli viene la schiuma alla bocca e rimane rigido. Ho chiesto ai tuoi discepoli di scacciare questo spirito, ma non ci sono riusciti". Allora Gesù replicò: "Gente senza fede! Fino a quando resterò ancora con voi? Per quanto tempo dovrò sopportarvi? Portatemi il ragazzo!" Gliele portarono, ma quando lo spirito vide Gesù, subito cominciò a scuotere il ragazzo con violenza: il ragazzo cadde a terra e prese a rotolarsi mentre gli veniva la schiuma alla bocca.

       Gesù domandò al padre: "Da quanto tempo è così?" "Fin da piccolo - rispose il padre- anzi, più di una volta lo spirito l'ha buttato nel fuoco e nell'acqua per farlo morire. Ma se tu puoi fare qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci! Gesù gli disse. "Se puoi? Tutto è possibile per chi ha fede!" Subito il padre del ragazzo si mise a gridare: "lo ho fede! Se non ho fede, aiutami!"

       Vedendo che la folla aumentava, Gesù minacciò lo spirito maligno dicendo: "Spirito che impedisci di parlare e di ascoltare, esci da questo ragazzo e non tornarci più. Te lo ordino!"
      Gridando e scuotendo con violenza il ragazzo lo spirito se ne uscì. Il ragazzo rimase come morto, tanto che molti di quelli che erano lì attorno dicevano:"E' morto!" Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare, ed egli rimase in piedi.
 Poi Gesù entrò in una casa, e i suoi discepoli, soli con lui, gli chiesero:"Perché noi non siamo stati capaci di scacciare quello spirito?" Gesù rispose: "Questa razza di spiriti non si può scacciare in nessun altro modo se non con la preghiera".
(Marco 9, 14-29)

 

 

 

4. Gesù libera una donna che non era posseduta ma a cui il demonio aveva causato una infermità fisica

      

   Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei libera dalla tua infermità", e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.

     Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato". Il Signore replicò:"Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato? ", Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. (Luca 13,10-17)

 

 

 

5. Gesù compie guarigioni ed esorcismi

 

     32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33 Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34 Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

     35 AI mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.
      36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce 37 e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercanol ". 38 Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi
vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto! ". 39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
(Marco 1,32ss)

 

 

Infine Gesù dà agli apostoli il mandato di scacciare i demòni.

    

    Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.

     Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo,
Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

(Marco 3,13-19)

 

      

           Negare l’esistenza del demonio sulla terra significa, dunque, negare Cristo e
la sua opera salvifica.   Il demonio , con la sua attività ordinaria e straordinaria, insidia l’uomo per indurlo al peccato ed allontanarlo da Dio. 
L’attività ordinaria è indirizzata a tentare l’umanità attraverso il risveglio delle tre concupiscenze: orgoglio-superbia, lussuria ed avidità, e le tentazioni possono essere rivolte al singolo individuo, alle famiglie, alla società tutta.

         L’uomo sperimenta la tentazione in tutte le fasi della sua crescita spirituale ed ha come unica difesa la forza della preghiera costante e dei sacramenti.

       A volte però la semplice tentazione, in particolare con le anime   vigili e spiritualmente attrezzate, non è sufficiente; allora il demonio utilizza, per permissione divina, armi straordinarie e molto più pericolose.  

       Secondo i migliori teologi contemporanei l’attività straordinaria del demonio si sostanzia, in intensità crescente, come:

  • Soggezione diabolica: chi fa un patto esplicito o implicito con il demonio;
  • Disturbi che interessano il corpo: battiture, pugni, flagellazioni;
  • Infestazioni diaboliche: il demonio colpisce i luoghi, gli oggetti, i beni;
  • Vessazioni diaboliche: vengono colpite le persone o le famiglie nella salute e/o negli affetti;
  • Ossessione diabolica: il demonio tormenta l’uomo dall’esterno in modo così forte e certo da non lasciare dubbi sulla sua presenza; l’attacco è indirizzato all’anima per sollecitarla al male.

 
   L’ossessione si dice interna quando si rivolge   in particolare all’immaginazione creando turbamenti profondi; essa può prendere la forma di un’idea fissa oppure di immagini e rappresentazioni vive, o di disgusto per i doveri del proprio stato o ancora di desiderio sfrenato per ciò che è proibito. La volontà è libera ma continuamente sottoposta a tensione.

       L’ossessione è esterna quando coinvolge tutti o alcuni sensi. Le vite dei Santi sono ricche di episodi illuminanti: il Santo Curato D’ars, Santa Gemma Galgani, Sant’ Ilarione, Sant’Antonio Abate, Santa Caterina da Siena, Sant’Alfonso Rodriguez, Santa Margherita da Cortona, Santa Caterina da Siena, Santa Teresa, San Francesco Saverio e tanti altri hanno subito questo attacco diabolico.

  • PossessioneDiabolica : il demonio prende possesso del corpo, con l’intento di
    trascinare l’anima al peccato, ma l’anima rimane sempre padrona di sé poiché solo Dio, suo creatore, può stabilire in essa la sua dimora.

      Nella possessione si distinguono due momenti: lo stato di crisi e lo stato di calma. La crisi si manifesta con esplosione violenta del male che si rivela con: 
a) atti, parole, convulsioni,scatti di ira e di empietà, oscenità e bestemmie innominabili; b) linguaggio forbito, non consueto, ed esposizione di eventi sconosciuti e/o remoti; c) forza straordinaria.

       Quando qualcuno di questi fenomeni si presenta associato   all’istintivo orrore per tutto ciò che è sacro si è indotti a pensare, con consapevole prudenza, ad un’azione di possessione diabolica.

       La vita di molti Santi presenta esempi di questo tipo. Nel Beato Don Calabria e
nella Beata Suor Maria di Gesù Crocifisso, senza colpa o maleficio, ci sono stati periodi di vera e propria possessione diabolica, in cui i beati hanno fatto e detto cose contrarie alla loro santità.

         Dio permette l’azione straordinaria   diabolica perché:

ü  intende purificare ed aumentare i meriti dell’anima eletta;

ü  la terribile prova è efficace per ispirare orrore verso il demonio e timore di Dio, umiltà e spirito di adorazione;

ü  consente al prossimo di vedere, da un lato, l’odio la rabbia e la furia del demonio, dall’altro, l’amore di Dio che soccorre nel bisogno le sue creature;

ü  esalta il potere di Gesù Cristo e della Chiesa; infatti il nome di Gesù invocato dal sacerdote esorcista fa tremare i demoni e li costringe ad abbandonare i corpi.

 

         Si è già visto che Gesù, dopo aver praticato numerosi esorcismi, affida il compito di scacciare i demòni ai discepoli e quindi alla Chiesa costituita; per tale motivo l’esorcismo, preghiera pubblica e solenne contro il potere del diavolo, è stato sempre presente nel rituale della Chiesa Cattolica, così come la figura dell’esorcista, un sacerdote in possesso di particolari doti morali e spirituali, delegato dal suo Vescovo a liberare le persone dal demonio.

       L’esorcismo è un sacramentale, cioè un segno della fede della Chiesa, un atto di 
culto divino inteso alla santificazione.

       Il nuovo Codice di Diritto Canonico promulgato da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983, in sostituzione del Codice Pio-Benedettino del 1917, al canone 1172, a proposito dell’esorcismo, recita: “1. Nessuno può proferire legittimamente esorcismi sugli ossessi, se non ha ottenuto dall’ordinario del luogo peculiare ed espressa licenza. 2. L’ordinario del luogo conceda tale licenza solo al sacerdote che sia ornato di pietà, di scienza, di prudenza e di integrità di vita” ed il Catechismo della Chiesa Cattolica al n.1673 ribadisce : “ Quando la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo (……..) in una forma semplice, l’esorcismo è praticato durante la celebrazione del battesimo. L’esorcismo solenne, chiamato grande esorcismo, può essere praticato solo da un presbitero e con il permesso del Vescovo.”

        

           In data 26 gennaio 1999 il Cardinale Prefetto Medina presenta nella sala stampa del Vaticano il nuovo Rito degli Esorcismi, che sostituisce il Rituale Romano, precisando che per la sua stesura sono occorsi dieci anni, a partire dalla conclusione del Concilio Vaticano II, tra studi, revisioni, aggiornamenti e modifiche. Il Cardinale sottolinea anche la posizione ufficiale della Chiesa : “ esistono Satana e gli altri spiriti maligni e la loro attività consiste nell’allontanare gli uomini dal cammino della salvezza

       Oltre alle preghiere solenni ed ufficiali, il cui uso è riservato ai ministri della Chiesa,il rituale suggerisce alcuni rimedi che concorrono a neutralizzare l’ azione del demonio sull’anima e che possono essere utilizzati da ogni cristiano: la confessione sacramentale, la Santa Comunione, l’orazione ed il digiuno, i sacramentali, la Santa Croce, le reliquie dei santi ed i santi nomi di Gesù e Maria.

        

         Nella società contemporanea l’ansia del nuovo, l’attenuarsi delle profonde convinzioni religiose, la mancata accettazione di una scala di valori morali condivisi e la conseguente ricerca di esperienze emotive libere e diversificate, espongono l’uomo agli attacchi devastanti del demonio, che ha lo scopo precipuo di allontanarlo da Dio e di indurlo al peccato.

   
         Non meraviglia, dunque, che sia oggi enormemente aumentata   la richiesta di   intervento liberatorio indirizzata agli esorcisti.

           La posizione della Chiesa Cattolica sul riconoscimento dell’esistenza dell’azione demoniaca sull’uomo e sull’attività degli esorcisti non è, oggi, monolitica come nei primi secoli del cristianesimo quando l’esorcismo fu largamente praticato, tanto che nel terzo secolo fu istituito, a testimonianza del fatto che l’azione di Satana sui credenti in Cristo era totalmente accettata, l’ordine dell’Esorcistato, abolito poi dal Concilio Vaticano II.

           La Chiesa ufficiale è consapevole del potere del principe delle tenebre sul mondo e, nell’azione di tutti i Pontefici, a partire dal Concilio Vaticano II, si rileva grande attenzione e determinazione nell’affrontare un nemico agguerrito.

            Papa Giovanni XXIII avvia, nel 1962,   il Concilio Ecumenico Vaticano II, pietra miliare nel rinnovamento spirituale della Chiesa cattolica. Alla sua morte, avvenuta il 3 giugno 1963, il suo successore Paolo VI, nel discorso d’insediamento esprime, tra il grande sconcerto di alcuni vescovi conservatori, la sua ferma decisione di continuare il Concilio, che si concluderà poi il 7
dicembre 1965.   Ferma è stata la denuncia di Paolo VI della presenza del Demonio nel mondo e il suo potere nel tentare l’uomo ( “ attraverso qualche fessura il fumo di satana è entrato nella Chiesa”discorso del 29 giugno 1972 e discorso del 23.11.1972 “Liberaci dal male” ).

               Ancor più drastica la convinzione di Giovanni Paolo II sull’esistenza del maligno nel mondo,   espressa nel discorso “La vittoria di Cristo sopra lo spirito del male “ del 24.8.1986;

             Infine Papa Benedetto XVI, nel settembre 2005, parlando al Congresso dell’Associazione Italiana degli esorcisti, li invita a “ proseguire nel loro importante ministero a servizio della Chiesa, sostenuti dalla vigile attenzione dei loro Vescovi e dalla incessante preghiera della comunità cristiana”.

                

             In definitiva mentre si può concludere con Papa Wojtyla che “ chi non crede nel demonio non crede nel vangelo” , si può anche affermare che le tentazioni demoniache, pur nella loro forma estrema, lungi dal costituire una “deminutio” per chi ne è colpito, possono rappresentare, nell’insondabile disegno divino, un’occasione di crescita e di acquisizione di più completa grazia agli occhi di Dio.

                

            Raggiunta questa   consapevolezza il Comitato si sofferma, poi, sulla possessione   diabolica che ha interessato per cinque anni la vita della quindicenne Mariantonia Samà, così come ricordato anche nel depliant commemorativo diffuso il 12 agosto 2012 durante un incontro con i migranti avvenuto nel chiostro delle Convento delle Suore Riparatrici di S.Andrea.

            

           L’episodio è riportato, peraltro, in tutte le biografie delle Monachella di S.Bruno e nei documenti ufficiali esistenti.

 

         Il volume di Orazio Vitale “S.Andrea sul Jonio attraverso i secoli” , pubblicato nel 1954 ad un anno dalla morte della Monachella di San Bruno, nella sezione esempi da imitare: Mariantonia Samà – ammalata di San Bruno, recita testualmente:

“ ……….. All’età di 12 anni fu invasa da uno spirito maligno, dopo aver bevuto in un ricettacolo di acquesulla via che porta a Salubro. Da allora il
suo spirito ed il suo corpo non trovarono pace. Profferiva parole mai udite
dalle sue labbra e teneva discorsi troppo elevati per la sua cultura.

E’ chiaro che uno spirito maligno era penetrato in lei. Gli esorcismi si moltiplicavano senza nessuna benefica conclusione. La Baronessa Scoppa volle che Mariantonia ricevesse gli esorcismi dai Certosini di San Bruno. Da quattro buoi, aggiogati ad un carro, fu portata a Serra. Nella Chiesetta di San Bruno si ripeterono gli esorcismi e le preghiere. Mariantonia, dopo lunghe e penose sofferenza, fu liberata dalla forza malefica e corse ad abbracciare la statua del Santo. ……….”

  

Don Tito Voci nella sua “INDAGINE STORICA su S. ANDREA JONIO
stampata nel 1978
, nel paragrafo Mariantonia Samà – l’ammalata di San Bruno, riporta l’episodio in modo analogo

“ ………… Durante la fanciullezza, nessuna particolarità la distingueva dalle altre. Adolescente di circa dodicianni,  mentre tornava dal fondo Salubro, si chinò a bere dell'acqua di un gorello presso Briga. Da quel momento diventò una energumena: fu uno strazio per lei, una seria preoccupazione per la madre, un motivo di stupore per tutto il paese.
Si verificarono in lei molte stranezze: bestemmie, distruzione di immagini
sacre, parole oscene, denudazioni. Si voltolava a terra, al suono della
campane, facendo capitomboli. Per evitare scandali e sottrarla alla vista dei
curiosi, la costringevano a stare in casa e a usare indumenti di sicurezza. Le
benedizioni, ripetute a S. Andrea e dai frati minori a Badolato, non hanno
avuto l'effetto desiderato. I fenomeni, prodotti, come sembra, dall'azione
diabolica, duravano da circa due anni, quando la baronessa Scoppa propose di portarla a Serra S. Bruno per un esorcisma.

       Il viaggio, effettuato con un carro da buoi, non fu facile. Gli uomini che l'accompagnavano hanno dichiarato che talora aveva il peso di quintali, talaltra diventava leggerissima. Schiamazzava e s'impuntava quando passavano davanti alle iconi di campagna. A Serra fu portata per bagnarsi nel laghetto di S. Bruno, dove il santo asceta, quando era in vita, superava le tentazioni tuffandosi nelle acque gelide. Qui probabilmente si recò anche il religioso incaricato di fare l'esorcisma. Si dice infatti che egli comandò al demonio di uscire. Lo spirito, a quell'intimazione, domandò per bocca di lei: - « Da dove devo uscire?.. dagli occhi, dalla bocca? ... ». Il religioso rispose: - « Esci da dove non fai male».  Lo spirito soggiunse: - « La lascio, ma la lascio storpia ... ». Queste parole hanno valore di predizione per quello che sarebbe avvenuto pochi anni dopo. ……”

 

 

         La biografia di Don Gerardo Mongiardo ( Mariantonia Samà “la monachella di San Bruno” ) pubblicata nel maggio 2003, in occasione del cinquantenario della morte della Monachella di San Bruno, a proposito della possessione diabolica riporta :

“L'INVASIONE DIABOLICA"

Increscioso spettacolo.

       Mariamtonia energumena:
... La novità si sparse in un baleno. Dolore nella madre Marianna, sconcerto in
tutto il paese. Si ripetevano tutte le stranezze degl'indemoniati del Vangelo.

       La mite giovinetta divenne bestemmiatrice e iconoclasta"; da pura e cristallina divenne scurrìle nel linguaggio; da raccolta e pudica esplose in esibizioni di nudismo. AI suono delle campane, che dalla Matrice dominavano il suo cubicolo, il demonio che ne aveva preso possesso, quasi sotto il maglio del sacro, si perdeva in acrobazie straordinarie e in capitomboli che sembravano mortali.

       Inutili espedienti. Per evitare sì increscioso spettacolo, si ricorse a diverse misure: isolarla in casa, costringerla a vesti di garanzia. Tutto fu inutile.

       Si fece ricorso a mezzi schiettamente spirituali e a fervorose benedizioni: i Sacerdoti di S.Andrea, i Minori di Badolato, tutti dovettero arrendersi. Il tempo passava e il trascorso biennio era servito a scavare nell'ambiente familiare e civico un solco profondo di smarrimento e di desolazione.

 

L'intervento della baronessaEnrichetta Scoppa.
 ………………………

       La Baronessa, che, nell'ambiente dei tempi - in cui il rango era tutto - poteva contare su tante qualificate amicizie, credente e fiduciosa in una soluzione spirituale, pensò a un esorcismo presso i venerati Padri Certosini di Serra S. Bruno.

L'indemoniata in lettiga verso il laghetto della speranza

       Fenomeni strani si verificavano durante il viaggio: Satana faceva il giocoliere e - a dichiarazione degli accompagnatori, a noi pervenuta per orale tradizione - la giovinetta a volte acquistava il peso di quintali, a volte si rendeva leggera come una piuma.

       Si perdeva in schiamazzi indescrivibili e s'impuntava a non voler proseguire quando ci si appressava alle Icone, specie Mariane, sparse nei pianori di Chiaravalle e nei declivi preserresi, animati da macchie boschive che diffondevano il verde della speranza.”

 

   
     Anche il libro di Dora Samà del 2006 “ Una Vita nascosta in Cristo – La Monachella di San Bruno-“ fa riferimento all’episodio della possessione.

“NASCITA E POSSESSIONE DIABOLICA

         Durante uno di quei viaggi, all' età di circa dodici anni, Mariantonia, per dissetarsi, bevve dell'acqua che, scorrendo tra le rocce, prima di raggiungere il fiume, riempiva piccole conche nel terreno, dette "gurne" in gergo dialettale. Non era la sola ad abbassarsi davanti alla "gurna" per bere, ma mentre per gli altri quell'acqua non aveva avuto effetti particolari, per lei fu fatale al punto da farla diventare, come i testimoni dell'epoca raccontavano, un'altra persona.

     Infatti, in quell'acqua si nascondeva, come la gente disse, lo spirito del "maligno" che, da quel momento, s'impossessò del suo corpo togliendole la pace. La madre si ritrovò accanto non più la ragazza di prima, buona, dolce e remissiva, ma una ribelle, dal volto strano e dallo sguardo arcigno e feroce.

       La voce le era diventata cupa e alterata ed i suoi gesti inconsulti erano accompagnati da un linguaggio provocatorio, a lei fino allora sconosciuto.

       Dinanzi a quell'insolito e deprecabile spettacolo, la povera mamma, angosciata e incapace di gestire una situazione così orribile, si rivolse all'aiuto del passanti per accompagnare la figlia a casa.

       Il suo comportamento continuò ad essere strano e, man mano che si diffondeva la notizia, la gente accorreva numerosa nella 'piccola abitazione in via Cassiodoro (ridènominata, oggi, via Mariantonia Samà) per rendersi conto dell'accaduto.

       In molti la sentirono gridare e, pronunciare terribili bestemmie, mentre saltava come un'acrobata per poi ricadere esausta a terra, come mi è stato confermato ………omissis…….

       I sacerdoti ricorsero all'acqua santa per allontanare Satana, ma senza alcun risultato ed ugualmente inefficace si rivelò la benedizione dei frati del convento del vicino Comune di Badolato.

 

IN VIAGGIO VERSO SERRA SAN BRUNO

 

         Per liberare Mariantonia da quell'atroce sofferenza, i sacerdoti suggerirono, quindi, l'esorcismo, praticato soltanto presso la Certosa di Serra San Bruno, all'epoca in provincia di Catanzaro ed ora facente parte della nuova provincia di Vibo Valentia.”

 

       Anche gli atti ufficiali citano l’episodio della possessione diabolica.

       Il certificato di morte n° 26 del 1953 firmato dall’Arciprete Samà recita:

 

“….Morta in concetto di santità, non appena spirata, l’oscuro tugurio in via Cassiodoro che l’aveva vista nascere, crescere ed invasa dal demonio a 15 anni circa, è diventato luogo sacro di un affollarsi soffocante di popolo che facea forte pressa di penetrarvi per vedere le spoglie angeliche della santina di San Bruno, perchè, invasa dal demonio, a cura della Baronessa Enrichetta Scoppa e del barone Di Jorio, nipote, era stata condotta e nel luogo omonimo liberata dal demone…..”

 

       Infine i documenti storici rinvenuti negli archivi di Serra San Bruno testualmente
riportano :

 

     “ Verso l’anno 1894, mese di giugno, essendo Rettore il Padre Pio Alessandro, fu portata alla Certosa una giovinetta Maria Antonia Samà, fu Bruno e di Marianna Vivino, nata in S.Andrea Jonio, dirimpetto e vicino al mare quasi di mezz’ora sulla ferrovia, provincia di Catanzaro, diocesi di Squillace ( Calabria) di popolazione all’incirca di 5000 abitanti, forse un po’ meno, tutti contadini non molto agiati.

     Maria Antonia aveva allora circa 15 anni di età ed era ammalata da 5 anni: Costì fu benedetta ed esorcistata. Ella racconta che il P. Priore cogli altri Padri e con molta gente di Serra che faceva preghiera innanzi a S. Bruno la cui statua fu condotta presso la porteria perché l’inferma giaceva nella cassa innanzi alla porteria.

     Dopo alcune preghiere, l’inferma da sé si alzò dalla cassa e colle braccia spalancate si abbracciò alla statua e si sentì meglio….”

 

   
        Attraverso le già citate biografie è possibile ricostruire uno spaccato del tessuto sociale di S.Andrea, nel periodo qui di rilievo, da cui si apprende che ad una popolazione prevalentemente   contadina si affiancava un ceto nobiliare e religioso di altissima cultura e preparazione teologica.

       Un passo della biografia di Don Gerardo, proprio a proposito della possessione
diabolica, commenta:

C'era a quei tempi, in favolosi palazzi di opulenza, in agro di S. Andrea, la baronessa Enrichetta Scoppa: grande benefattrice di S. Andrea, perché, a servizio di quella civica comunità, farà sorgere - a favore delle madri lavoratrici - un Orfanotrofio ed Asilo Infantile, dal quale passeranno intere generazioni; e la Casa dei Padri Liguorini, un tempo centro di
spiritualità e base missionaria a servizio di tutta la Calabria” .

         Don Tito Voci, nel sottolineare la cultura della Baronessa Scoppa, evidenzia
che Ella si consacrò giovinetta all’amore di Dio e diffuse la fede in tutti i modi possibili: sostenne gli oneri per la ricostruzione e l’ampliamento della Chiesa Matrice, fece costruire la Chiesa ed il Convento dei Padri Redentoristi, invitò oratori celebri a S.Andrea, ospitò le Suore Riparatrici nel suo palazzo, visitò santuari, effettuò generose elargizioni a tutti gli Istituti Religiosi, dotò molte giovani donne del paese e sostenne finanziariamente gli studi di molti giovani seminaristi. San Giovanni Bosco e San Pio X rivolsero a S.Andrea il pensiero benedicente grazie alla munificenza di Enrichetta Scoppa.

           Orazio Vitale fa menzione anche delle diverse figure andreolesi di spicco: 
Sacerdoti (Arcipreti e Padri Redentoristi ), medici e farmacisti ed “esempi da imitare” che hanno vissuto nel paese.

           Ciò a conferma del fatto che S.Andrea è stato nel tempo un paese vivo ed anche ricco di figure rappresentative nel campo della religione e della cultura.

 

           Gli eventi che dal 1889 al 1894 sconvolgono la vita di Mariantonia Samà sono univocamente descritti in tutte le biografie: in alcuni momenti ( stato di crisi ) ella si trasforma in un’energumena, si esibisce in acrobazie e capitomboli, pronuncia parole troppo elevate per la sua cultura e mai udite prima, dimostra una forza sovrumana e pronuncia terribili bestemmie al suono delle campane.

 

       La fenomenologia descritta è, dunque, perfettamente corrispondente alle caratteristiche della possessione diabolica.

 

         Con somma prudenza, secondo le indicazioni da sempre fornite dalla Chiesa, vengono recitate preghiere dai Sacerdoti , dai Padri Redentoristi, poi dai Frati del vicino Convento di Badolato.

         Constatato che, a distanza di circa cinque anni, le preghiere non hanno sortito alcun effetto, la Baronessa Scoppa, donna fortemente erudita in ambito teologico, ritiene indispensabile far accompagnare Mariantonia presso la Certosa di Serra San Bruno; qui l’esorcista utilizzando le specifiche preghiere solenni ed ufficiali, libera la fanciulla dalla possessione diabolica.

 

        Il successivo percorso di vita conferma che la possessione diabolica di cui la Monachella di San Bruno è rimasta vittima è stata permessa dal Signore per ammantare di ulteriore bellezza la sua anima, per accrescere il suo amore per Cristo Crocifisso   e  perché potesse divenire, con la sua vita di edificante sofferenza, fulgido esempio per il popolo andreolese e per   l’umanità tutta.

                                                

                                                     IL COMITATO "Mariantonia Samà"

 

        

 

 

 

 

Articolo di Don Alberto Vitale - vice postulatore



  

A PROPOSITO DELLA “POSSESSIONE DIABOLICA “

ED ESORCISMO DI MARIANTONIA SAMA’

 

            Nella tradizione popolare orale della gente di Sant’Andrea, si è sempre parlato di “possessione diabolica” subita da Mariantonia quand’era ancora adolescente (12-13 anni); dalla quale era stata liberata con l’esorcismo effettuato dai Padri Certosini presso la Certosa di Serra San Bruno.

            Alla tradizione popolare, si aggiungono le numerose testimonianze scritte nelle diverse fonti storiche, tra le quali, le principali sono:

 

  1. ORAZIO VITALE in “S.ANDREA SUL JONIO ATTRAVERSO I SECOLI”-Cava 1954

Il quale a pag. 201, afferma che “a dodici anni [Mariantonia] fu invasa da uno spirito maligno , dopo aver bevuto in un ricettacolo di acqua sulla via che mena a Saluro”.

 

  1. DON TITO VOCI in “INDAGINE STORICA SU SANT’ANDREA JONIO”- Catanzaro 1978

Afferma “….fenomeni prodotti, come sembra, dall’azione diabolica, duravano da circa due anni”.

 

  1. DON GERARDO MONGIARDO in “MARIANTONIA SAMA’ –LA MONACHELLA DI SAN BRUNO”- Davoli 2003,

a pag. 27, cap. 2, parla per esteso dell’invasione diabolica e dell’esorcismo fatto a Serra San Bruno.

 

  1. DORA SAMA’ in “UNA VITA NASCOSTA IN CRISTO” - Davoli 2006

A pag. 16, afferma: “…lo spirito del maligno si impossessò del suo corpo, togliendole la pace”.

 

  1. BRUNO VOCI in “SANT’ANDREA JONIO-TRATTEGGI….” – Roma 2008

A pag. 157 afferma: “Mariantonia morta in concetto di santità il 27 maggio 1953, detta la malata di San Bruno, perché esorcizzata a Serra San Bruno da uno dei Frati della Certosa”.

 

  1. TESTIMONIANZA DELL’ARCIPRETE DON ANDREA SAMA’ : Annotazione a margine del libro dei DEFUNTI – PARROCCHIA SANTI PIETRO E PAOLO in SANT’ANDREA JONIO

Al N. 26 dell’anno 1953, afferma: “[Mariantonia] invasa dal demonio a 15 anni circa …”

 

  1. il documento storico più importante al riguardo è il MANOSCRITTO DELL’ARCHIVIO DELLA CERTOSA DI SERRA- FASCICOLO XXVI , dal titolo “GUARIGIONE DELLA GIOVANETTA DI SANT’ANDREA”

in esso vi è il racconto minuzioso e dettagliato dell’esorcismo fatto a Mariantonia in seguito al quale si sentì guarita, perché liberata, dopo lunghe preghiere fatte dal P. Priore, fuori dalla Certosa dinanzi al busto in argento di San Bruno, posto per l’occasione fuori dal portone d’ingresso della stessa Certosa. Dice infatti il manoscritto, che “Mariantonia si alzò dalla cassa in cui era stata trasportata e con le mani alzate, abbracciò il busto di San Bruno, gridando: San Bruno mi ha guarita”. E così se ne tornò felice a casa sua.

 

La malattia (“paralisi spastica” secondo il Dott. Stillo ) che ha immobilizzato Mariantonia a letto per 60 anni, in posizione supina con le ginocchia contratte, è intervenuta dopo alcuni anni dall’esorcismo effettuato a Serra e non ha niente a che vedere con la possessione diabolica.

            E’ di questa malattia che parlano le “Relazioni” dei due medici: Dottor Armogida e Dottor Stillo, cercando di capire, dopo 50 anni, il tipo di malattia che ha immobilizzato Mariantonia, senza che mai nessun medico l’abbia potuto visitare, per poter fare una diagnosi possibile.

Tale malattia è sopravvenuta due anni dopo l’esorcismo effettuato a Serra S. Bruno e quindi ripeto, non c’entra niente con la possessione diabolica e con l’esorcismo.

            E’ molto improbabile inoltre che i “fenomeni strani” di Mariantonia adolescente possano essere attribuiti, -come qualcuno ha scritto- ad una malattia psichica come la “Còrea infantile" o ad un altro disturbo neurologico.

Secondo Padre Amorth, il massimo esperto di questi fenomeni, la sintomatologia delle persone possedute dal demonio, si caratterizza con una avversione violenta nei confronti di persone, luoghi, oggetti e azioni che hanno a che vedere con la religione. Anche se l’azione del demonio ha diverse forme e gradi di intervento nella vita dell’uomo: dalle tentazioni alle vessazioni e alla possessione.

L’adolescente Mariantonia non si limitava a fare capitomboli per le strade – come è stato scritto- “mostrando la natura”, come si diceva pudicamente per indicare gli organi sessuali, poiché non si usavano le mutande, ma, reagiva violentemente quando sentiva le campane della vicina chiesa matrice e proferiva brutte bestemmie e imprecazioni, come ha attestato la sua stessa mamma.

Per cui è da ritenersi che Mariantonia da ragazza sia stata invasa dal demonio nel corpo e conseguentemente liberata dall’esorcismo fatto a Serra San Bruno dai Padri Certosini, e non si è trattato quindi di una semplice malattia psichica o di un disturbo neurologico.

            La possessione diabolica di cui Mariantonia è stata vittima non è segno di un castigo di Dio nei suoi confronti, ma è stata permessa dal Signore come ulteriore prova per rendere più pura e più santa la sua anima, “per accrescere il suo amore per Cristo Crocifisso – come è stato scritto nella riflessione “La possessione diabolica” – e perché Mariantonia potesse divenire con la sua vita di edificante sofferenza, fulgido esempio per il popolo andreolese e per l’umanità intera.”

 

     

DON ALBERTO VITALE



IL PRIMO PASSO DI UN LUNGO CAMMINO

 

GENESI DELLA BIOGRAFIA DELLA "MONACHELLA DI SAN BRUNO" DI  DON GERARDO MONGIARDO

Il primo passo del cammino verso la canonizzazione di Mariantonia Samà è stato compiuto da me e da don Franco Palaia quando nel 1992 abbiamo pensato che la prima cosa da farsi era quella di far scrivere la vita da parte di qualche persona capace per cultura e competenza. E la nostra scelta cadde su Don Gerardo Mongiardo, parroco di San Vito sullo Ionio.

Quando arrivai a Sant' Andrea Marina come parroco nel 1984, sentivo spesso la gente parlare e raccontare, soprattutto le persone più anziane, della "Monachella", mediante visite, incontri avuti con lei; mi sono perciò convinto dell' altissimo valore spirituale e cristiano del personaggio; a mio avviso il più importante della storia del Paese di Sant' Andrea; riconosciuta da tutti come donna di grande fede e di altrettanta grande vita interiore cristiana; donna che era diventata, in tempi difficili di miseria, di guerre e di emigrazioni, un punto di riferimento per tutta la comunità, che quotidianamente ricorreva a lei per conforto, consigli, aiuto morale e per preghiere nelle varie necessità della vita. Pur nella immobilità del suo lettuccio, è stata per 60 anni, un faro di luce spirituale e morale per diverse generazioni di andreolesi, i quali sempre a lei ricorrevano per qualsiasi problema personale o familiare; una guida sicura nelle scelte della vita e che tutti ricompensavano con l'affetto, l'amore e accudivano con generosità assistendola giorno e notte, portandole con gioia il pane caldo di casa e le primizie dei frutti della campagna. Tutti, quando si parlava della" monachella", avevano qualcosa di personale da raccontare.

Allora- pensai- quando fra qualche tempo, la testimonianza orale sarà finita per il venir meno dei testimoni, anche il ricordo di Mariantonia Samà sarà, mito e tutto, sepolto nell'oblio, sepolto dallo scorrere inesorabile del tempo e quindi si sarà persa anche la memoria storica di questo grande personaggio.

Era urgente e necessario perciò che si mettesse nero su bianco e qualcuno scrivesse la sua biografia. Questo era certamente il primo passo da attuarsi, non solo per farla conoscere alle future generazioni, e anche fuori dall' ambito paesano ma, soprattutto, perché così si sarebbe potuto iniziare l'iter del processo di canonizzazione da parte della Chiesa per il riconoscimento ufficiale della sua santità.

Di tutto questo parlai, un giorno del 1992, al parroco di Sant'Andrea Superiore don Franco Palaia e così insieme decidemmo di affidare l'impegnativo compito di scrivere la biografia della "Monachella"al compaesano don Gerardo Mongiardo, all'epoca parroco di San Vito sullo Ionio. Il quale accettò subito con grande entusiasmo, nonostante l' esiguità delle fonti scritte (appena alcuni quaderni di firme e di pensieri di devoti che visitavano la sua stanzetta dopo la morte).

Dopo appena due anni di lavoro, nel 1994, don Gerardo Mongiardo ci consegnò il dattiloscritto della biografia della "Monachella di San Bruno" per una previa lettura, prima della sua pubblicazione. In realtà poi, per diversi motivi, l'opera non fu mai pubblicata, rimanendo così nel cassetto per circa 10 anni!

In occasione del 50° della morte della "Monachella", nel 2003 quando, di concerto con il Comune di Sant'Andrea, la Pro-loco "Sant' Andrea", le Parrocchie del centro storico e marina, nonché le suore riparatrici, fu programmata la traslazione delle ossa dalla cappella del cimitero alla chiesa matrice di Sant' Andrea, fu anche pubblicata la biografia, postuma, a cura della parrocchia di SS. Pietro e Paolo di Sant' Andrea con la revisione testuale e tipografica del Prof. Enrico Armogida.

Da questo inizio, arrivarono in seguito tutte le altre iniziative ed eventi; come la seconda biografia scritta da Dora Samà ; il film sulla sua vita, realizzato dal regista Enzo Samà, l'opuscolo scritto da Mongiardo Salvatore; la scoperta del "Manoscritto" alla Certosa di Serra San Bruno, riguardante l'esorcismo e la guarigione di Mariantonia dalla possessione diabolica; e arrivò soprattutto la cosa più importante, a cui tutti miravano: l'apertura nel 2007, da parte dell'Arcivescovo di Catanzaro- Squillace Mons. Ciliberti , del processo diocesano di canonizzazione della serva di Dio Mariantonia Samà, che si è concluso nel 2009.

Ora, come tutti sappiamo, le "carte" sono a Roma alla Congregazione delle Cause dei Santi, dove speriamo che al più presto Mariantonia Samà venga proclamata beata anche perché pare che ci sia il "presunto miracolo" necessario per tale evento.

 

Nel concludere vorrei far mio l'appello agli andreolesi sparsi nel mondo, che si trova all'ultimo capitolo del libro di don Gerardo Mongiardo dove dice:

" Ho condotto con passione a sintesi armonica documenti sparsi che danno il profilo dell' anima eletta di Mariantonia Samà, detta "a Monachedda 'e S. Brunu", (“la Monachella di San Bruno '').

L'offro con semplicità ai miei compaesani.

È grande onore per noi essere concittadini di una Santa:
- abbiamo un naturale difensore in cielo;

- abbiamo il diritto d'invocarla e Lei ha un certo dovere di soccorrerci.

Perciò, dobbiamo sentire l'orgoglio e l'impegno di diffondere nel mondo il messaggio della sua santità, che, in un mondo di egoismo, innalza il dolore a scuola di vita.

 

Diffondendo la sua figura e il suo ideale - benché divisi per professione, cultura, ideologie, residenza -, .abbiamo in comune un elemento che ci lega, ci accomuna, ci esalta; e nell'espansione della sua conoscenza, dovunque, propagandiamo anche il nostro luogo natio.

S. Andrea Jonio, cittadina di intelligenze sparse come forza dinamica in ogni settore, nel! 'Italia e nel mondo, nel tramonto di una o due generazioni, sotto l'implacabile erosione del tempo, vedrà impallidire ogni figura ed ogni ricordo, perché la loro grandezza fu o è umana.

Resterà un solo ricordo, un solo valore che non conosce tramonto perché sbocciato da seme divino e perciò universale: la santità, la cui fiaccola solo pochi eletti possono aver l'onore di elevare sul mondo, ed è tenuta alta da Mariantonia Samà.

Dobbiamo far uscire questa eletta figura dal buio catacombale della dimenticanza e additarla a tutti come luce sul monte.

Affidiamo queste note biografiche alle generazioni andreolesi perché assumano il nobile impegno di promuovere e portare a termine la canonizzazione di Mariantonia.

La Serva di Dio Mariantonia Samà sia, accanto ali 'eccelsa figura di Maria, stella di buon auspicio per chi sboccia alla vita, faro di orientamento per le giovani generazioni, conforto per chi giunge al traguardo di un felice tramonto.

Nell 'auspicare su ciascuno di Voi e sulle Vostre Famiglie l'assistenza e l'intercessione della Serva di Dio Mariantonia Samà, auguriamo con cuore intero, fraterno, sacerdotale, ogni benedizione, salute, progresso e gioia. " Gerardo Mongiardo
Sacerdote Andreolese

 

 

 

 

 

 

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